Le zone SIC

Il SIC Boschi di Terne e Pupaggi (IT5210044) si estende per circa 1500 ettari a nord-ovest di Sellano; sfiora i 1000 metri di quota, è inciso dal Fosso di Cammoro e lambisce l’alto corso del Menotre. I suoli acidi permettono lo sviluppo di estesi boschi di Cerro in cui compaiono Carpino bianco e Castagno. Sono presenti alcuni habitat d’interesse comunitario, tra cui i boschi di querce e carpino bianco e le praterie aride con notevoli fioriture di orchidee. La fauna comprende specie di mammiferi forestali, come il Lupo, il Gatto selvatico e quasi certamente la rara Martora, una cinquantina di specie di uccelli nidificanti tra cui Falco pecchiaiolo, Sparviere, Succiacapre, Calandro e Averla piccola.

Quasi tutto il corso del Fiume Vigi è compreso nel SIC IT5210045. Le acque, le sponde e le aree adiacenti sono caratterizzate da diversi tipi di vegetazione spontanea, alcuni dei quali riconosciuti come habitat d’interesse comunitario: le idrofite sommerse, i frequenti lembi di salici arbustivi, i piccoli boschi di Ontano nero, le formazioni di carici e canne palustri. Oltre alla Trota fario, di notevole interesse è la presenza del Gambero di fiume, della Rana appenninica e della Natrice tassellata. Sono accertati sia il Martin pescatore che il Merlo acquaiolo.

Il SIC Valnerina (IT5210046) occupa il fondovalle del Fiume Nera dal confine con la Provincia di Macerata fino a Ferentillo. Le turbolente e ossigenate acque scorrono quasi sempre sotto una galleria vegetale dominata da Salice bianco e Ontano nero, formazioni riconosciute come habitat d’interesse comunitario. È il regno della Trota fario e del Merlo acquaiolo, del raro Geotritone e di numerose specie di pipistrelli che cacciano lungo il corso fluviale e nei campi e prati adiacenti. Sulle vicine rupi strapiombanti, spesso colonizzate dal Leccio, nidificano la Rondine montana, il Falco pellegrino e il Passero solitario.

Il SIC Valle Campiano (IT5210048) si estende su circa 60 ettari dello stretto fondovalle tra Corone e Preci, con numerose risorgive, canneti, boschetti di salici, prati e cariceti. Di notevole interesse è la vegetazione idrofitica sommersa, habitat d’interesse comunitario. I vertebrati che meglio caratterizzano l’area sono Trota fario, Rana verde, Natrice dal collare, Porciglione, Gallinella d’acqua, Barbagianni, Ballerina gialla, Merlo acquaiolo, Usignolo di fiume, Beccamoschino; la zona è frequentata da Istrice, Cinghiale e Capriolo.

Il Torrente Argentina (SIC IT5210049), appena prima di confluire nel Vigi presso Postignano, forma una stretta incisione nei banchi di travertino, con cascatelle, formazioni ripariali a prevalenza di salici e vegetazione erbacea igro-nitrofila. Interessante è la presenza di Gambero di fiume e Rana appenninica.

La valle del Fiume Corno, da Serravalle alla confluenza col Nera a Triponzo, è un ambito di raro interesse; luoghi di particolare suggestione sono la Stretta di Biselli e Balza Tagliata. Il SIC (IT5210055) occupa tutto lo stretto fondovalle e i dirupati versanti fin oltre 1000 metri di quota. La vegetazione idrofitica, quella ripariale dominata da salici e ontani neri, la vegetazione rupestre, le estese formazioni Leccio e quelle di Bosso, alcune specie rare, rappresentano le peculiarità floristico-vegetazionali. Trota fario, Salamandrina dagli occhiali, Rana appenninica, Geotritone, Aquila reale, Falco pellegrino, probabilmente il Gufo reale, Rondine montana, Merlo acquaiolo, colonie di diverse specie di pipistrelli, oltre a Lupo e Gatto selvatico, sono solo alcune delle numerose presenze faunistiche di grande pregio.

I monti lo Stiglio e Pagliaro (SIC IT5210056), delimitati a ovest dal Torrente Tissino, a nord dal Nera e ad est dalla valle del Corno, sono rilievi calcarei che raggiungono i 1100 metri di quota, con estesi pascoli e arbusteti nelle parti sommitali, fitti boschi sui ripidi versanti. Le praterie aride con orchidee, gli estesi ginepreti e le formazioni di Bosso sono classificati come habitat d’interesse comunitario. Tutta la zona è territorio di caccia di rapaci diurni come Falco pecchiaiolo, Biancone, Aquila reale, Falco pellegrino e Lodolaio. L’ambiente è quello tipico di mammiferi, fitofagi o carnivori, di media e grande taglia, come Lepre, Cinghiale, Capriolo, Lupo e Gatto selvatico.

Le tradizionali aree agricole e pascolive dei Monti Galloro e dellImmagine (SIC IT5210058), tra Mucciafora e Ponte, emergono dai boscosi versanti, ripidi e incisi dai profondi fossi della Tiglia e del Traio. Pascoli, prati, campi, muretti a secco, tipici edifici rurali sparsi, residui di siepi, sorgenti e stagni, compongono un ambiente di grande valenza faunistica, in particolare per alcuni passeriformi altrove scomparsi o rarefatti: Allodola, Calandro, Culbianco, Averla piccola, Fanello, Ortolano e Strillozzo. La vegetazione è caratterizzata dalla presenza di arbusteti di Bosso, formazioni di ginepri, boschi di Leccio e di querce caducifoglie (Cerro, Roverella), praterie aride con orchidee.

Le Marcite di Norcia ricadono in parte nell’omonimo SIC (IT5210059), in parte nella ZPS Monti Sibillini. A circa 600 metri di quota, sono costituite da estesi prati falciabili in cui le acque sorgive sono governate con una rete di piccoli canali e chiuse; l’antico sistema permette di ottenere numerosi sfalci a ogni stagione. Le acque vanno infine a riunirsi originando il Fiume Sordo. La vegetazione erbacea dei prati e dei piccoli canali comprende elementi floristici di estremo interesse; alcune zone sono ormai occupate da boscaglie di salici. Trota fario, Tritone punteggiato, Porciglione, Barbagianni, Martin pescatore e Usignolo di fiume sono le presenze faunistiche più caratteristiche.

Monte Maggio (SIC IT5210062), sul versante destro della valle del Tissino, supera i 1400 metri di quota con i suoi boschi di Faggio e praterie secondarie, habitat d’interesse comunitario. Di particolare suggestione è il romitorio della Madonna della Stella, incastonato in una stretta gola rocciosa con alte pareti a strapiombo colonizzate da lecci e da tipica vegetazione erbacea rupestre. Le formazioni calcaree del rilievo ospitano uccelli rupicoli come il Falco pellegrino, il Gheppio e la Rondine montana; i boschi offrono rifugio, tra gli altri, al Lupo e al Gatto selvatico.

I SIC Monti Coscerno - Civitella - Aspra (IT5210063), Media Val Casana (IT5210066) e Laghetto e Piani di Gavelli (IT5210068) costituiscono un unico sistema ambientale di eccezionale importanza, esteso circa 6000 ettari, tra 600 e 1684 metri di quota. Le estese faggete e le praterie montane, i prati-pascoli, le balze rocciose colonizzate da lecci, le grotte, i ruscelli, gli stagni con vegetazione palustre, le tradizionali aree agricole, i piccoli ma importanti paesi di Caso e Gavelli, sono solo alcuni dei tanti elementi che diversificano l’area, determinando un popolamento faunistico di grande valore comprendente Salamandrina dagli occhiali, Tritone crestato, Raganella, Astore, Aquila reale, Falco pellegrino, Coturnice, Calandro, Prispolone, Spioncello, Culbianco, Codirossone, Rampichino alpestre, Corvo imperiale, Zigolo muciatto, Strillozzo, alcune specie rare di pipistrelli, Lupo e Gatto selvatico.

I dirupati versanti della valle del Fiume Corno a ridosso di Roccaporena, Collegiacone e il Monte della Sassa costituiscono il SIC IT5210065. Le rupi calde e soleggiate ospitano l’Ephedra nebrodensis, piccolo arbusto relitto del Terziario, presente in Italia solo in una trentina di località tra l’Appennino centro-meridionale e isole maggiori. Il fiume presenta vegetazione idrofitica e ripariale, con abbondante Ontano nero. Nella zona sono accertati la Salamandrina dagli occhiali, la Rana appenninica e il Merlo acquaiolo. Di eccezionale interesse è la presenza del Lanario, rapace diurno ben più raro del congenere Falco pellegrino.

I Monti Pizzuto e Alvagnano (SIC IT5210067) sono situati a sud della piana di Norcia, collegati ad altri imponenti rilievi calcarei in provincia di Rieti. Sono caratterizzati da faggete, rifugio di Lupo e Gatto selvatico, e da estese praterie montane che raggiungono i 1900 metri quota, regno di Allodola, Spioncello e Calandro. I versanti scoscesi e soleggiati ospitano una residua popolazione di Coturnice appenninica; le praterie montane sono assiduamente sorvolate da Aquila reale, Falco pellegrino, Gheppio e Poiana, nidificanti nella zona o appena a ridosso, nonché da altri rapaci diurni nei periodi di migrazione.

Il SIC Monte la Pelosa - Colle Fergiara (IT5220016) rappresenta un tipico campione di montagna appenninica calcarea dal buono stato di conservazione. Si sviluppa tra Polino e il confine con la provincia di Rieti, raggiungendo i 1635 metri di quota. Nell’area sono riconosciuti alcuni habitat d’interesse comunitario: le faggete, con alcune porzioni d’alto fusto, le praterie montane aride con orchidee, gli arbusteti di Ginepro comune. La fauna comprende importanti specie di predatori come l’Aquila reale, l’Astore, il Falco pecchiaiolo, il Lupo e il Gatto selvatico.

I carsici Piani di Ruschio (SIC IT5220021) sono posti a circa 950 metri di altitudine tra i rilievi calcarei a sud di Stroncone. L’area è occupata da interessanti prati-pascoli mesofili, circondati da colli su cui si sviluppano cerrete e faggete; si rinvengono inoltre arbusteti di Ginestra dei carbonai e Ginepro comune. La zona rientra nell’areale del Lupo e del Gatto selvatico; sono presenti alcune specie di uccelli altrove rare e localizzate come il Culbianco e l’Averla piccola.