Salto del Cieco
Il Salto del Cieco è un’antica Dogana tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie.
I confini degli oltre 300 km della frontiera tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie, furono segnati tra il 1846 e il 1847 con l’apposizione di 686 colonnine cilindriche (“cippi”) di pietra, che ad oggi costituiscono un monumento storico unico. Si snoda dalla foce del canale di Canneto sulla costa tirrenica tra Fondi e Terracina fino allo sbocco del fiume Tronto nel Mare Adriatico.
Il confine passava anche per Monteleone di Spoleto e un cippo si può ancora oggi notare sulla salita della piazza.
La dogana si raggiunge dalla strada che collega direttamente Ferentillo (Terni) a Villa Pulcini (frazione di Leonessa, Rieti) e a quei tempi era la strada che conduceva in Abruzzo attraverso Lonessa. Su un muro di un’abitazione è cementato lo stemma con una Croce e una Chiave (…le Chiavi di San Pietro), segni dello Stato Pontificio con al centro c’è una barra che indica la linea di confine. In basso è scolpito un Giglio, segno del Regno Borbonico o del Regno delle Due Sicilie.
Il nome del posto deriva dalla presenza in quel tratto da numerosi briganti che assaltavano gli uomini e le carovane cariche di merci che attraversavano il confine. In particolare pare che in quella specifica tratta si aggirasse una banda dove uno di loro fingendosi cieco si avvicinava ai malcapitati per chiedere l’elemosina per poi spingerli nel precipizio sottostante. Subito dopo i briganti scendevano nel fondovalle per un percorso noto solo a loro e ripulivano le vittime del denaro… Da qui il nome Salto del Cieco.
La struttura doganale era fornita di una Caserma di soldati, di un’osteria e di un locale adibito a prigione per i contravventori.